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martedì 15 aprile 2008

e adesso?

E adesso, poche lamentele. Non c'è tempo. Prendi la delusione e ficcatela in tasca, ma non dimenticarla. Coltivala e rendila rabbia: e una volta resa rabbia, coltivala di nuovo fino a renderla qualcosa di bello. Ma non lamentarti.
Adesso, semplicemente, mettiti a lavorare e fallo con coscienza e umiltà. Come hai sempre fatto. Soltanto, se puoi, vattene. E lascia parlare gli altri. Ogni istante perso a parlare è un istante perso e basta. Lavora e piega la testa e crea qualcosa di buono. E' quanto ti è stato insegnato fin da piccolo. Non smettere mai di credere nei tuoi valori, anche nel male più assoluto: se non altro per te stesso, per la tua dignità, per la forma minimale d'etica che difendi.
rubato a giorgio fontana

7 commenti:

Anonimo ha detto...

com'è che hai conosciuto giorgio fontana?

megafoni a blatero ha detto...

ho la tendenza a importunare i redattori di riviste letterarie.

Anonimo ha detto...

dici bene, ma io non vedo nessuna rivista letteraria; casomai, soltanto la voglia di essere accattivanti, giovani e fighi. apparire è la parola chiave, essere alla moda aiuta molto. incroci tra mtv e la fiera del libro di torino. tutta quella grafica, tutto quel colore, tutta quella propaganda... eppoi, per carità, non impegnamoci, non sia mai che gli intellettuali parlino di problemi contingenti e reali. intellettuali, poi? "io non sono un intellettuale", e questa è "letteratura figa", la "rivista letteraria più importante del mondo". la giovane letteratura africana è interessante, o di periferia. posti in movimento, in crescita, che necessitano di impegno, lavoro, cultura. qui, troppo viziati, o troppo depressi, o troppo al centro del mondo. ergo: nessuna rivista letteraria, solo grafici e copy, fuffa.

Anonimo ha detto...

veramente "eleanore rigby" è in bianco e nero. :)

giorgio fontana

megafoni a blatero ha detto...

be', gio', sai che non si parlava di "colore" in sé, ma anche della mancanza diffusa, nelle varie riviste, di qualsiasi intento di sperimentazione, di ricerca, di critica, di protesta...
(sì, saviano è "uscito" da una rivista, ma è stata l'espressione di un singolo e non quella di un gruppo, non era nella rivista la voglia di denuncia.)
vero è anche che la vanga è un attrezzo da usare, scagliare, impiantare e far piegare da soli, con le proprie mani e i propri piedi. si possono cercare intorno stimoli ma poi questi vanno coltivati dentro se stessi.
il punto è: sono in grado ora le riviste italiane di dare nuovi stimoli?

Anonimo ha detto...

sì, era una battuta.

mah, guarda, grazie al BIRRA ho avuto modo di leggerne parecchie, di riviste letterarie. alcune sono sicuramente "disimpegnate" (eleanore rigby per prima), ma una rivista deve essere per forza impegnata? deve fare per forza ricerca o critica o protesta? del resto, molte altre sono anche altamente impegnate e militanti.

in ogni caso, non ho visto nessuno che volesse semplicemente "apparire". dai, se voglio apparire mi metto a fare il vj, non fondo una rivista di letteratura...
insomma: si possono fare cose buone e oneste anche nel disimpegno (ma disimpegno di cosa, poi? promuovere nuovi autori non è già una forma d'impegno?).


gf

megafoni a blatero ha detto...

sull'apparire non sono convinta, fai il vj se vuoi apparire fra le ragazzine che vedono mtv, fondi una rivista se... dipende dal gruppo in cui vuoi renderti "visibile". ma non era questo il discorso.

non volevo dire che una rivista letteraria, né tantomeno la letteratura in sé, debba essere necessariamente "militante" per avere un valore. ma se almeno le riviste non si pongono come obiettivo la ricerca, la sperimentazione, l'essere propulsore di qualcosa di nuovo e non solo lo scimmiottamento dell'esistente... chi lo può fare? l'editoria? mmh...

promuovere nuovi autori è sì lodevole ma non è un "impegno" se non c'è un progetto corente dietro il lavoro di selezione, no?
guarda non parlo nemmeno di eleanore rigby, che in fondo ha una sua linea editoriale ben chiara e in base a quella pubblica storie, organizza eventi, gioca e si diverte.
parlo delle riviste letterarie in generale, della mancanza di stimoli nuovi, e allargando il discorso, della politica italiana e dell'impossibilità di nuove forme di aggregazione (beppe grillo? no, per favore! ma non sono capace di spiegarmi, piuttosto immagino tu abbia letto il post di gianluca d. su grillo) che garantiscano un vero ricambio, nel primo caso nel mondo dell'editoria nel secondo fra le fila dei partiti.
mi sono persa: vado a fare colazione.
tanto non importa niente: il mondo finirà presto, dieci, quindici anni e via.
buona giornata post-primo maggio.